Il risveglio della forza– come affrontare il risveglio delle tartarughe terrestri

E’ arrivata la primavera! La natura esplode di vitalità, sbocciano fiori, ronzano insetti, cantano felici gli uccelli e… si risvegliano le tartarughe!
Dopo avere passato l’inverno in letargo (che consiste in un rallentamento del metabolismo e delle funzioni vitali), quando le temperature iniziano a salire sopra i 10°C e il sole inizia a farsi più coraggioso, i nostri amici rettili iniziano a svegliarsi. Diversa è la questione per le tartarughe che invece hanno passato un letargo controllato: siamo noi a dover far si che si risveglino, portandole all’aperto e alla luce del sole, quando arriva la bella stagione.

Questo è un periodo cruciale per loro e, da parte nostra, va seguito con cura per evitare problemi: quando vediamo che iniziano a sbucare fuori dalla terra, dobbiamo accuratamente esaminarle e pulirle per individuare eventuali lesioni che possono aver subito da altri animali (insetti o, ben peggio, ratti e topi).

Una volta sveglie andrebbero pesate: non dovrebbero aver, infatti, perso una percentuale di peso superiore al 10% durante l’inverno (da questa considerazione si evince come sia buona prassi pesarle in autunno), altrimenti vuol dire che il letargo è stato troppo lungo, o le temperature cui si sono trovate troppo alte (e quindi consumo di risorse corporee maggiore) o qualche altro tipo di problematica.

In questa fase hanno un gran bisogno di reidratarsi, processo che porta anche alla stimolazione dell’urinazione, che eliminerà le tossine prodotte durante le settimane d’inattività. E’ buona norma (questo sempre, anche durante tutta la stagione di attività) lasciare a disposizione un largo recipiente poco profondo con acqua dove possano immergersi (ad esempio i sottovasi vanno benissimo). In aggiunta a ciò nella prima settimana di risveglio sarebbe bene far loro dei bagni forzati con acqua tiepida: basta immergerle 1-2 volte al giorno in acqua tiepida (lasciando ovviamente loro la possibilità di respirare, e quindi il livello d’acqua non dovrebbe superare il piastrone) in modo da favorire la reidratazione e l’attivazione del metabolismo.

Una volta riattivatesi, le nostre beniamine dovrebbero riprendere ad alimentarsi in circa una settimana.

Ci sono molti motivi per cui potrebbero stentare a riprendersi dal letargo e ad alimentarsi, di cui i principali sono:

-lesioni causate da predatori (vedi sopra);

-lesioni da freddo: se le temperature sono troppo rigide, i tessuti della tartaruga possono subire danni da congelamento, che spesso si manifestano con sintomi neurologici e/o cecità (uno dei vantaggi del letargo in ambiente controllato è appunto evitare i problemi legati a temperature ambientali troppo basse o troppo alte);

-stomatiti: infezioni del cavo orale, molto dolorose, che impediscono l’alimentazione;

-riniti-congiuntiviti-infezioni respiratorie: legate a temperature e umidità non adeguate che portano allo sviluppo di tali problematiche, visibili con scoli nasali, occhi chiusi e rifiuto del cibo.

Se la tartaruga presenta uno di questi problemi (o comunque tarda ad alimentarsi ed è poco attiva), va portata dal medico veterinario, che provvederà alle indagini e alle cure del caso per farla riprendere al meglio.

Se il risveglio avvien correttamente, preparatevi a un’altra stagione in compagnia di queste simpatiche e testarde compagne di giardino (e mi raccomando, prestate SEMPRE attenzione tagliando l’erba o movimentando le auto se le tartarughe non sono confinate: purtroppo incidenti sono all’ordine del giorno e possono essere spesso molto gravi se non fatali!).